Florilegio afgano di Vincenzo La Salandra

Afghanistan. Cosa evoca nelle nostre menti questo nome? Cosa suscita nei nostri cuori? Quali immagini e quali atmosfere?

A qualcuno verrà in mente l’Oriente, a qualcuno Bin Laden, mentre qualcun altro penserà ai tank sovietici che un giorno di Natale invasero il paese, oppure i campi di oppio. Oppure i talebani. O gli aquiloni che, come sogni spezzati nella notte, hanno smesso di volare. Qui dentro, in questo piccolo libro, c’è invece un altro Afghanistan.

Quello più vero, per molti aspetti, quello della poesia. In questo libro ci sono le storie e le poesie di uomini e di donne che, dal medioevo a oggi, hanno scelto i versi per raccontare le proprie emozioni e il proprio paese.

Qualcuno ha pagato con la morte il prezzo della sua poesia. Quel qualcuno è sempre stato una donna…

E alle donne afgane è dedicata buona parte di questo florilegio: un piccolo bouquet di fiori utile a farci conoscere quel che dell’Afghanistan non dicono i telegiornali. Per la prima volta, inoltre, la poesia afgana viene presentata entro una raccolta tradotta in lingua italiana. Che ciò possa servire a sostituire, almeno dentro di noi, proiettili e sangue con fiori e dolcezza.